L’Italia ha deciso di prendere una posizione decisa contro l’eccessivo consumo di zuccheri. Dal 1° luglio 2024, entra in vigore la tanto discussa Sugar Tax, una tassa che mira a disincentivare il consumo di bevande zuccherate, ritenute tra le principali cause dell’aumento dell’obesità e delle malattie croniche legate all’alimentazione.
Ma cosa prevede esattamente questa nuova imposta?
La Sugar Tax si applica alle bevande analcoliche, gassate o non gassate, contenenti zuccheri aggiunti. Questo include una vasta gamma di prodotti, dalle bibite gassate ai tè freddi, dagli energy drink ai succhi di frutta.
L’imposta varia in base alla quantità di zucchero presente nella bevanda:
- 10 centesimi per litro per le bevande con un contenuto di zucchero superiore a 5 grammi per 100 ml.
- 20 centesimi per litro per le bevande con un contenuto di zucchero superiore a 8 grammi per 100 ml.
Tuttavia, alcune bevande sono escluse dalla tassa, come quelle a base di latte, le bevande vegetali senza zuccheri aggiunti e le bevande alcoliche.
La sugar tax, come è stata concepita in Italia, si applica esclusivamente alle bevande che contengono zuccheri aggiunti. Le bevande che riportano la dicitura “diet” o “senza zuccheri”, come la Coca-Cola Zero o altre bevande simili, non sono soggette alla sugar tax, in quanto non contengono zuccheri aggiunti ma dolcificanti artificiali.
Tuttavia, è importante sottolineare che anche se queste bevande non sono tassate, non significa che siano necessariamente salutari. I dolcificanti artificiali possono avere effetti negativi sulla salute, come alterare la flora batterica intestinale e aumentare il rischio di diabete di tipo 2.
Quindi, anche se le bevande “diet” e “senza zuccheri” non rientrano nell’ambito della sugar tax, è consigliabile consumarle con moderazione e prediligere sempre acqua e bevande naturali.
Chi paga la Sugar Tax?
La responsabilità del pagamento dell’imposta ricade su produttori, venditori, acquirenti e importatori di prodotti extra-UE. In caso di mancato pagamento, sono previste sanzioni che possono variare dal doppio al quintuplo dell’importo evaso, con un minimo di 250 euro.
Un taglio temporaneo delle aliquote
Per mitigare l’impatto iniziale della Sugar Tax, è stata introdotta una riduzione temporanea delle aliquote:
- 5,00 euro per ettolitro per i prodotti finiti (invece dei precedenti 10,00 euro).
- 0,13 euro per chilogrammo per i prodotti da diluire (invece dei precedenti 0,25 euro).
Questa riduzione, tuttavia, è destinata a terminare il 1° luglio 2026, quando le aliquote torneranno ai livelli originari previsti dalla manovra di bilancio 2020.
Impatto economico e sociale
L’introduzione della Sugar Tax ha suscitato dibattiti e preoccupazioni da parte dell’industria alimentare e delle organizzazioni sindacali. Assobibe, l’associazione dei produttori di bevande analcoliche, prevede un calo delle vendite del 16%, una riduzione degli investimenti e degli acquisti di materie prime, con la potenziale perdita di circa 5.000 posti di lavoro.
La Sugar Tax: una scelta di salute pubblica
Nonostante le preoccupazioni per l’impatto economico, la Sugar Tax rappresenta una scelta di salute pubblica volta a contrastare l’obesità e le malattie croniche legate all’eccessivo consumo di zuccheri.
L’obiettivo è incoraggiare i consumatori a fare scelte più sane e a ridurre il consumo di bevande zuccherate, promuovendo un’alimentazione più equilibrata e uno stile di vita attivo.
Per conoscere tutto sullo zucchero, quanto se ne può consumare e gli effetti che ha sulla nostra salute puoi leggere questo nostro articolo.
Conclusione:
La Sugar Tax è una misura importante per la tutela della salute pubblica, ma è fondamentale monitorarne gli effetti sull’economia e sull’occupazione.
È importante che i consumatori siano informati sulla Sugar Tax e sulle sue implicazioni, in modo da poter fare scelte consapevoli e responsabili.
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